diritto di famiglia

Diritto alla restituzione somme versate tra ex fidanzati cosa stabilisce la Corte di Appello di Lecce 2025

Diritto alla restituzione somme versate tra ex fidanzati: cosa stabilisce la Corte di Appello di Lecce 2025

La sentenza della Corte d’Appello di Lecce del 2025 stabilisce un importante principio in materia di restituzione di somme tra ex partner. Nel caso esaminato, l’obbligo restitutorio delle somme versate durante una relazione sentimentale viene confermato, in quanto il trasferimento di denaro, originariamente destinato all’acquisto di un immobile, è rimasto privo di causa a seguito dell’interruzione della relazione. La Corte esclude sia la configurabilità di liberalità, per mancanza della forma richiesta per la donazione, sia la responsabilità per danni derivanti dalla fine della relazione, ribadendo il principio di libertà reciproca nei rapporti sentimentali.

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Quando il figlio maggiorenne è ancora da mantenere i criteri chiariti dalla Cassazione (Corte di Cassazione, 2025)

Quando il figlio maggiorenne è ancora da mantenere: i criteri chiariti dalla Cassazione (Corte di Cassazione, 2025)

La Cassazione ha confermato che l’obbligo di mantenimento dei figli maggiorenni non cessa automaticamente con la maggiore età ma persiste finché il figlio, senza sua colpa, non raggiunga l’effettiva autosufficienza economica. Nel caso esaminato, il figlio, neo-laureato con un lavoro precario, ha dimostrato impegno nella ricerca di un’occupazione stabile ma non ha ancora raggiunto un’indipendenza economica effettiva. La valutazione dell’autosufficienza spetta al giudice di merito e considera età, competenze professionali, impegno lavorativo e condotta personale complessiva.

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Divorzio e assegno unico universale la Suprema Corte sancisce il pagamento integrale al genitore collocatario - Corte di Cassazione 2025

Divorzio e assegno unico universale: la Suprema Corte sancisce il pagamento integrale al genitore collocatario – Corte di Cassazione 2025

Con la sentenza del 2025, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’assegno unico universale può essere legittimamente attribuito per intero al genitore collocatario anche in regime di affidamento condiviso. La Suprema Corte ha privilegiato un’interpretazione teleologica della normativa, riconoscendo che questa soluzione risponde a esigenze di semplificazione e all’interesse prioritario del minore, configurandosi come un mandato ex lege per l’utilizzo delle somme nell’esclusivo interesse della prole.

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Separazione e mantenimento dei figli la Cassazione annulla l'assegno stabilito senza analisi comparativa dei redditi - Cassazione Civile, 2025

Separazione e mantenimento dei figli: la Cassazione annulla l’assegno stabilito senza analisi comparativa dei redditi – Cassazione Civile, 2025

La Corte di Cassazione rivoluziona i criteri di determinazione dell’assegno di mantenimento dei figli nella separazione. La sentenza del 2025 stabilisce che è indispensabile un’analisi dettagliata e comparativa delle condizioni economiche di entrambi i genitori. Non è sufficiente un generico riferimento alla stabilità lavorativa: occorre valutare redditi effettivi, patrimonio, oneri sostenuti e contributo alla cura dei figli. La mancata valutazione comparativa delle condizioni economico-patrimoniali delle parti costituisce violazione dell’art. 337 ter c.c. e comporta l’annullamento del provvedimento. La decisione segna una svolta fondamentale nella quantificazione degli assegni di mantenimento.

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Niente assegno di mantenimento alla moglie che rifiuta offerte di lavoro la capacità lavorativa inutilizzata preclude il sostegno economico - Cassazione 2025

Niente assegno di mantenimento alla moglie che rifiuta offerte di lavoro: la capacità lavorativa inutilizzata preclude il sostegno economico – Cassazione 2025

La Cassazione stabilisce un principio fondamentale in materia di assegno di mantenimento nella separazione coniugale: il rifiuto ingiustificato di opportunità lavorative preclude il diritto al sostegno economico. Nel caso esaminato, nonostante la disparità economica tra i coniugi, la moglie aveva rifiutato concrete offerte di lavoro senza fornire valide giustificazioni. La Corte ha confermato che il mero stato di disoccupazione non è sufficiente per ottenere l’assegno, richiedendo invece la prova concreta dell’impegno nella ricerca di un’occupazione. La decisione sottolinea l’importanza dell’autosufficienza economica e del dovere di attivarsi attivamente nel mercato del lavoro.

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La simulazione della vendita immobiliare nel contesto familiare quando il prezzo inadeguato e la mancata prova del pagamento determinano la nullità dell'atto Corte d'Appello di Salerno 2025

La simulazione della vendita immobiliare nel contesto familiare: quando il prezzo inadeguato e la mancata prova del pagamento determinano la nullità dell’atto | Corte d’Appello di Salerno 2025

La sentenza analizza un caso di simulazione assoluta di vendita immobiliare in contesto familiare. La Corte d’Appello conferma la nullità della vendita basandosi su elementi presuntivi quali la sproporzione del prezzo, la mancata prova del pagamento e le anomalie nelle modalità di regolazione. Di particolare rilievo è l’analisi degli indici di simulazione e dei mezzi di prova ammessi per i terzi ex art. 1417 c.c. La decisione fornisce importanti principi in materia di tutela del patrimonio familiare e di accertamento della simulazione, con specifico riferimento alle vendite immobiliari effettuate in prossimità della crisi coniugale.

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Casa e beni in separazione addio quote uguali obbligatorie - Cassazione 2025

Casa e beni in separazione: addio quote uguali obbligatorie – Cassazione 2025

La Cassazione rivoluziona la divisione dei beni nella separazione consensuale: i coniugi possono ora concordare quote diverse dalla tradizionale ripartizione 50-50. La sentenza 2546/2025 stabilisce che, una volta omologata la separazione, le parti hanno piena autonomia nel decidere come dividere casa e altri beni in comunione. Superato il vincolo dell’uguaglianza delle quote: gli accordi di separazione possono prevedere divisioni non paritarie nell’ambito della sistemazione complessiva dei rapporti patrimoniali. La decisione impatta significativamente sulla gestione del patrimonio nelle separazioni, offrendo maggiore flessibilità nelle negoziazioni tra coniugi e nelle soluzioni per la casa coniugale.

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Separazione consensuale e obbligo di trasferimento immobiliare cosa cambia dopo la riconciliazione – Tribunale di Napoli, 2025

Separazione consensuale e obbligo di trasferimento immobiliare: cosa cambia dopo la riconciliazione – Tribunale di Napoli, 2025

Nel 2025 il Tribunale di Napoli ha emesso una sentenza fondamentale sul tema degli obblighi patrimoniali tra ex coniugi in seguito a una separazione consensuale e successiva riconciliazione. Al centro della controversia vi era il trasferimento del 50% della casa coniugale, inizialmente pattuito tra le parti. Il Tribunale ha stabilito che tale accordo non fosse più valido a causa della riconciliazione avvenuta nel 2018, evidenziando i limiti giuridici di tali impegni. Questa decisione rappresenta un precedente importante per situazioni simili, chiarendo le implicazioni patrimoniali della riconciliazione tra coniugi.

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Spese straordinarie per i figli precetto nullo senza documentazione e consenso preventivo del genitore - Tribunale di Lecce 2025

Spese straordinarie per i figli: precetto nullo senza documentazione e consenso preventivo del genitore – Tribunale di Lecce 2025

Il Tribunale di Lecce ha stabilito due requisiti fondamentali per l’esecutività del precetto relativo alle spese straordinarie dei figli: la documentazione dettagliata degli importi e il previo consenso del genitore non collocatario. La sentenza ha dichiarato la nullità parziale del precetto per le spese straordinarie non documentate e non preventivamente concordate, mentre ha confermato la validità per le spese ordinarie di mantenimento. La decisione sottolinea l’importanza della trasparenza e della condivisione nelle decisioni riguardanti le spese straordinarie per i figli, richiedendo sia la documentazione degli esborsi sia la preventiva condivisione delle scelte che comportano spese significative.

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Cassazione l'età prescolare del minore non giustifica automaticamente il collocamento prevalente presso la madre - Corte di Cassazione, 2025

Cassazione: l’età prescolare del minore non giustifica automaticamente il collocamento prevalente presso la madre – Corte di Cassazione, 2025

Svolta significativa dalla Cassazione sul collocamento dei figli dopo la separazione: l’età prescolare del bambino non può essere l’unico criterio per limitare il rapporto con il padre. La Corte ha annullato una decisione che aveva modificato il collocamento da paritetico a prevalentemente materno solo perché la bambina aveva tre anni. I giudici hanno stabilito che le decisioni sull’affidamento devono basarsi su una valutazione concreta delle capacità di entrambi i genitori, non su automatismi. La sentenza rafforza il diritto del minore a mantenere un rapporto equilibrato con entrambi i genitori, indipendentemente dall’età.

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Accordi tra ex conviventi la Cassazione chiarisce quando è possibile la risoluzione per inadempimento - Cassazione 2025

Accordi tra ex conviventi: la Cassazione chiarisce quando è possibile la risoluzione per inadempimento – Cassazione 2025

La Cassazione ha stabilito che gli accordi tra ex conviventi possono avere duplice natura: regolare gli obblighi di mantenimento dei figli e disciplinare aspetti patrimoniali autonomi. Mentre le clausole sul mantenimento sono vincolate all’interesse della prole, le pattuizioni patrimoniali sono soggette alle ordinarie tutele contrattuali, inclusa la risoluzione per inadempimento. La sentenza sottolinea l’importanza di interpretare le clausole nel loro insieme, considerando la comune intenzione delle parti. La pronuncia è particolarmente rilevante per professionisti e cittadini, in quanto chiarisce definitivamente la natura e la disciplina applicabile agli accordi patrimoniali tra ex conviventi.

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Separazione e addebito per infedeltà quando il tradimento è successivo alla crisi coniugale - Tribunale di Catanzaro, 2025

Separazione e addebito per infedeltà: quando il tradimento è successivo alla crisi coniugale – Tribunale di Catanzaro, 2025

La sentenza stabilisce che l’infedeltà coniugale non comporta automaticamente l’addebito della separazione. Fondamentale dimostrare che il tradimento sia stato causa, e non conseguenza, della crisi matrimoniale. Nel caso esaminato, essendo la relazione extraconiugale iniziata dopo il deterioramento del rapporto, il Tribunale ha rigettato la richiesta di addebito.

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