Art. 40 TUB: la risoluzione del mutuo per ritardato pagamento delle rate

Art. 40 TUB: la risoluzione del mutuo per ritardato pagamento delle rate

L’articolo 40 del Testo Unico Bancario (T.U.B.) disciplina le conseguenze del ritardato pagamento delle rate di un mutuo. Questo articolo è importante sia per le banche che per i mutuatari, in quanto stabilisce le condizioni in cui una banca può risolvere il contratto di mutuo.

In particolare, l’articolo 40 stabilisce che:

  • Il ritardo nel pagamento di una rata è considerato tale se avviene tra il 30° e il 180° giorno dalla scadenza.
  • Se il ritardo si verifica almeno sette volte, anche non consecutive, la banca può risolvere il contratto di mutuo.
  • La banca può risolvere il contratto anche se il ritardo si verifica una sola volta, se è considerato un inadempimento definitivo.

Definizione di ritardato pagamento:

La definizione di ritardato pagamento presuppone l’esistenza di un sistema di rate a cadenza semestrale, in quanto il termine di 180 giorni è pari a sei mesi. Tuttavia, la definizione può essere applicata anche a finanziamenti con cadenze diverse o regolati in conto corrente, tenendo conto della periodicità delle rate.

Esempio:

Se un mutuo prevede rate mensili, il ritardo nel pagamento di una rata si verifica se il pagamento non viene effettuato entro il 30° giorno successivo alla scadenza.

Se un mutuo prevede rate trimestrali, il ritardo nel pagamento di una rata si verifica se il pagamento non viene effettuato entro il 90° giorno successivo alla scadenza.

Tre periodi chiave:

Primo Periodo: In questa fase, il pagamento avviene entro i 30 giorni successivi alla scadenza della rata. Il debitore non è soggetto a penali, ma deve pagare gli interessi di mora.

Secondo Periodo: Il pagamento avviene dopo il 30° giorno ma prima del 180° giorno dalla scadenza della rata. Il debitore è soggetto a penali, e la banca può richiedere la risoluzione del contratto se tale ritardo si verifica almeno sette volte, anche non consecutive.

Esempio:

Se un mutuo prevede rate mensili, il secondo periodo inizia il 31° giorno dalla scadenza della rata e termina il 179° giorno dalla scadenza della rata.

Se un mutuo prevede rate trimestrali, il secondo periodo inizia il 91° giorno dalla scadenza della rata e termina il 439° giorno dalla scadenza della rata.

Terzo Periodo: Il pagamento non avviene entro il 180° giorno dalla scadenza della rata. In questa situazione, la banca ha il diritto di risolvere il contratto di mutuo per inadempimento o richiedere l’adempimento coattivo per ottenere il pagamento della rata scaduta e degli interessi di mora.

Il ritardo e la valutazione dell’inadempimento:

Il ritardo superiore a 30 giorni è considerato un inadempimento, ma non è considerato un inadempimento grave. Per questo motivo, la banca può risolvere il contratto solo se il ritardo si verifica almeno sette volte, anche non consecutive. Questo limite è stato introdotto per tutelare i mutuatari che possono avere difficoltà a pagare una o due rate, ma che sono in grado di recuperare successivamente.

La banca può dimostrare che si tratta di definitivo “inadempimento” se il debitore ha espresso la volontà di non pagare le rate, ad esempio, se ha comunicato alla banca che non intende più adempiere al contratto.

Esempio:

Un debitore che ritarda il pagamento di una rata per una sola volta, ma poi paga la rata in ritardo, non ha in alcun modo intaccato la propria posizione nei confronti della banca.

Un debitore che ritarda il pagamento di sette rate, anche non consecutive, ha invece intaccato la propria posizione nei confronti della banca, e la banca può risolvere il contratto di mutuo.

Un debitore che comunica alla banca che non intende più pagare le rate ha inequivocabilmente dimostrato la propria volontà di non adempiere al contratto, e la banca può risolvere il contratto di mutuo.

Limitazioni alle clausole contrattuali:

Le clausole contrattuali che consentono alla banca di risolvere il contratto di mutuo in modo diverso da quanto stabilito dalla legge sono nulle perché contrastano con la legge. Questo è importante per tutelare i mutuatari, che devono essere in grado di conoscere in anticipo le conseguenze del ritardato pagamento.

Conclusione

In conclusione, l’articolo 40 del Testo Unico Bancario fornisce una guida chiara sul ritardato pagamento e le condizioni per la risoluzione dei contratti di mutuo. Queste disposizioni mirano a proteggere i mutuatari e a garantire un trattamento equo da parte delle banche, stabilendo termini chiari per la valutazione dell’inadempimento. Tuttavia, è importante tenere presente che possono esistere altre circostanze legali o contrattuali che possono portare alla risoluzione del contratto di mutuo. Come sempre, per questioni legali complesse come queste, è consigliabile consultare un esperto come l’Avv. Cosimo Montinaro per una consulenza personalizzata.

Avv. Cosimo Montinaro

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