L’assegnazione della casa familiare in caso di separazione o divorzio: come tutelare l’interesse dei minori

L’assegnazione della casa familiare in caso di separazione o divorzio: come tutelare l’interesse dei minori

Introduzione

L’assegnazione della casa familiare in caso di separazione o divorzio è un tema di grande importanza e complessità, in particolare quando sono coinvolti figli minori. La casa familiare è il luogo in cui i figli sono cresciuti e hanno sviluppato i propri legami affettivi e sociali. Per questo motivo, è fondamentale che la decisione sull’assegnazione della casa familiare tenga conto dell’interesse primario dei minori, che consiste nel conservare il proprio ambiente familiare.

Corte di Cassazione, ordinanza 2 agosto 2023, 23501

In un recente caso, la Corte di Cassazione, con ordinanza 2 agosto 2023, n. 23501, ha statuito che la decisione sull’assegnazione della casa familiare deve essere sempre basata sull’interesse primario dei minori. Nel caso specifico, la madre aveva ottenuto l’assegnazione dell’abitazione familiare, ma il padre aveva proposto reclamo contro questa decisione, sostenendo che gli screzi tra la madre e i parenti dell’uomo potessero pregiudicare il benessere delle figlie.

La Corte ha respinto il reclamo del padre, affermando che non vi erano prove concrete delle ripercussioni negative sui figli a causa dei cattivi rapporti tra la madre e i parenti del padre. La Corte ha inoltre chiarito che l’assegnazione della casa familiare dovrebbe di regola essere assegnata al genitore collocatario della prole, a meno che non ci siano valide ragioni per adottare una soluzione diversa che meglio tuteli l’interesse dei minori.

Di seguito il principio di diritto enunciato:

Nei casi di crisi familiare ai sensi dell’art. 337 bis c.c., nel regolare il godimento della casa familiare il giudice deve tener conto esclusivamente del primario interesse del figlio minore, con la conseguenza che l’abitazione in cui quest’ultimo ha vissuto quando la famiglia era unita deve essere di regola assegnata al genitore presso cui il minore è collocato con prevalenza, a meno che non venga esplicitata una diversa soluzione (anche concordata dai genitori) che meglio tuteli il menzionato interesse del minore”

Esempi di come tutelare l’interesse dei minori:

Ecco alcuni esempi concreti di come l’interesse dei minori può essere preso in considerazione nelle decisioni sull’assegnazione della casa familiare:

  • L’età dei figli: I figli più piccoli sono generalmente più vulnerabili ai cambiamenti e possono soffrire di più per la perdita del proprio ambiente familiare.
  • Il grado di relazione dei figli con i genitori: Se i figli hanno un forte legame affettivo con uno dei genitori, è importante che questo genitore possa continuare a vivere nella casa familiare.
  • Le esigenze scolastiche e sociali dei figli: Se i figli frequentano una scuola o partecipano ad attività extrascolastiche nella zona della casa familiare, è importante che possano continuare a farlo.
  • Le condizioni economiche della famiglia: Le condizioni economiche dei genitori possono influire sulla loro capacità di mantenere la casa familiare.

Conclusione:

La sentenza della Corte di Cassazione conferma l’importanza di considerare sempre l’interesse dei minori nelle decisioni riguardanti l’assegnazione della casa familiare in caso di separazione o divorzio. La casa familiare dovrebbe essere assegnata al genitore collocatario della prole, a meno che non ci siano circostanze eccezionali che giustifichino una diversa soluzione. Inoltre, le valutazioni economiche dovrebbero avere un ruolo limitato in questa decisione, con l’obiettivo principale di garantire il benessere dei figli.

Avv. Cosimo Montinaro

(avvocato diritto di famiglia)

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